CAPACI - Seduta pubblica della Commissione Antimafia
Nella piazza di Capaci si è svolta ieri una seduta pubblica della commissione Antimafia dell'Assemblea Regionale Siciliana (Ars), presieduta da Antonello Cracolici, che ha riunito i cittadini e i rappresentanti istituzionali non solo per ricordare le vittime, ma anche per rinnovare l'impegno civile contro la mafia nel trentaduesimo anniversario della strage in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Antonello Cracolici, durante il suo intervento, ha sottolineato l'importanza di costruire una memoria attiva e di combattere il condizionamento mafioso. "Oggi non vogliamo celebrare solo un ricordo ma costruire una memoria attiva con i Comuni, avamposto di legalità, e con i sindaci della città metropolitana di Palermo", ha dichiarato Cracolici.
Il presidente ha inoltre riconosciuto la necessità di un impegno costante sul territorio. "Con la commissione stiamo cercando di costruire un argine al tentativo di condizionamento delle mafie che sono ancora potenti nei traffici illeciti e si infiltrano nel sistema economico e istituzionale - ha aggiunto - e oltre agli strumenti repressivi, serve un impegno sul territorio che vada oltre quell'indignazione che 30 anni dopo si è attenuata. Ora a noi il compito di rendere quell'impegno permanente. La battaglia è isolare i boss nelle nostre comunità e combatterli sul piano reputazionale, togliendo loro il consenso di cui hanno goduto finora".
All'incontro hanno partecipato anche presidenti delle commissioni Antimafia di altre regioni, come la Lombardia e la Campania, dimostrando un fronte unito in questa lotta. Paola Pollini, dalla Lombardia, ha evidenziato l'importanza della collaborazione: "Era molto importante essere qui per essere compatti in una battaglia che ci unisce da Nord a Sud."
Il sindaco di Capaci, Pietro Puccio, ha sottolineato l'importanza storica dell'evento. "Il 23 maggio 1992 è stato uno spartiacque: subito dopo la strage tutti abbiamo preso coscienza che la mafia è il cappio al collo per lo sviluppo della Sicilia”, ha dichiarato, evidenziando il cambiamento di percezione nella lotta alla mafia seguito alla tragedia.