ELEZIONI CINISI - Intervista a Vera Abbate

In vista delle elezioni dell’8 e 9 giugno 2024, Compaesano ha intervistato i tre candidati alla carica di sindaco.

Vera Abbate, 54 anni, negli ultimi dieci anni è stata consigliere di opposizione. Capo area al Comune di Terrasini, si candida alla carica di sindaco di Cinisi sostenuta dalla lista Cinisi Vera.


Intervista di Francesco Cipriano


Come procede la campagna elettorale?

Secondo me sta andando bene, siamo partiti il 13 aprile dopo quello che era successo abbiamo fatto una scelta democratica e con un’elezione a scrutinio segreto è venuta fuori la mia candidatura.  Mi sono presa due giorni perché il ruolo di sindaco è abbastanza gravoso, è il ruolo politico più importante e che ti impegna tantissimo: il mio concetto di amministrare è che bisogna farlo 24 ore su 24. Per una donna è ancora più gravoso, ma d’accordo con la mia famiglia ho deciso di accettare. Ho fatto vent’anni di politica coerente a Cinisi e dieci anni di opposizione in consiglio. Un’ opposizione propositiva: sono state più le mozioni che le interrogazioni, perché ci venivano richieste dai cittadini delle istanze che portavamo in consiglio ma che purtroppo ci venivano bocciate.

Sei l’unica donna a candidarti alla carica di sindaco e se eletta saresti la prima a ricoprire questa carica a Cinisi. Senti un peso, una responsabilità o una differenza rispetto agli altri candidati?

Questa cosa mi emoziona molto perché mia madre è stata alla fine degli anni ’50 la prima consigliere comunale e assessore alla pubblica istruzione donna. Sarebbe bello chiudere questo cerchio. Mia madre ha avuto un ruolo importante e determinate in questo paese: nel 1939, a 17 anni è stata fuiuta forzatamente e riportata a casa tre giorni dopo, ma si oppose al matrimonio riparatore e mandò in carcere i responsabili. Da allora si è messa a studiare e si è laureata in matematica, è diventata Presidente dell’Azione Cattolica e segretaria della Scuola Media di Cinisi, in cui ebbe un ruolo determinante perché aiutava i figli degli allevatori. Entrambi i miei genitori hanno fatto politica: mio padre era socialista, mia madre della Democrazia Cristiana. Lei in maggioranza, lui all’opposizione, si sono innamorati in Consiglio Comunale. Da lì una scelta molto forte, perché non esisteva il divorzio e mio padre risultava ancora sposato, ma nel 1965 mia madre andò a convivere con lui. Con le sue scelte forti e pesanti si è contrapposta al sistema. Mia madre mi ha educato con i valori della legalità, della determinazione e del coraggio delle donne. Per questo mi emoziono: perché potrei chiudere il cerchio iniziato da mia madre. Credo che le donne abbiano un ruolo determinante. Inizialmente la legge sulla parità di genere mi infastidiva, perché ci cercavano per riempire buchi, perché la politica è sempre stata fatta dagli uomini. Ma non è così, perché le donne, sia madri che non madri, nel DNA abbiamo programmazione e determinazione e soprattutto siamo multitasking, sappiamo fare tante cose contemporaneamente, quindi la politica, che deve dare risposte ai cittadini, è nel DNA delle donne. Con tutto il rispetto degli uomini, perché poi gli uomini sono molto più buoni di noi. Non siamo uguali, siamo con qualità diverse, ma il ruolo delle donne in politica è fondamentale. Dai tempi di mia madre ne abbiamo avuto di conquiste, ma dobbiamo ancora lottare, sia a livello lavorativo che politico. Penso che le nuove generazioni avranno molto spazio. Quando parlo con le mie figlie del passato vedo il loro stupore perché non riescono a concepire cose che avvenivano quando ero giovane io. Questa è la dimostrazione che la società è cambiata.

Puoi fare un resoconto dei meriti e demeriti dei tuoi dieci anni in opposizione?

Con gli altri consigliere di opposizione abbiamo svolto un’opposizione propositiva che è stata rivoluzionaria ma non è stata compresa dalla maggioranza. Questo è un merito che voglio prendermi insieme al gruppo, ma allo stesso tempo mi ha dato molta amarezza perché non si è compreso il potenziale per il paese. Negli ultimi tempi questa amarezza mi ha sfiancato. L’amarezza più grande è stato vedere che certi consigliere di opposizione che erano accanto a me e con cui ho condiviso battaglie forti, grosse, che sono passati in maggioranza per ricoprire dei ruoli.

Ti riferisci a Salvina Di Maggio?

Sì. è stata un’amarezza umana, perché credevo nelle qualità di questo consigliere con cui avevo un rapporto umano filiale. Per me la coerenza è fondamentale, non mi faccio tirare la giacca da nessuno e per nessun motivo potrei rinnegare quello in cui ho creduto. È stata una grande amarezza che negli ultimi tempi mi ha sfiancato, ero sul punto di non ricandidarmi come consigliere comunale perché la macchina del fango mi ha amareggiato tantissimo. Ascoltando i miei figli ho capito che non dovevo abbattermi ma andare avanti. In questi due mesi siamo riusciti a rinsaldare il gruppo e renderlo più forte facendo squadra.

Salvatore Palazzolo è un Generale abituato ad avere soldati: in Consiglio comunale lui decideva e gli altri alzavano la mano. La stessa cosa ha fatto Giangiacomo. La presenza di Salvina Di Maggio li autodistruggerà, perché pur essendo incoerente ha una mente pensante, non si fa mettere in piedi in testa da nessuno e vuole assolutamente avere il potere di gestire: lei il potere lo vuole.

Sulla vicenda di Leonardo Biundo, puoi dare un tuo commento?

Leo Biundo poteva continuare a mantener il ruolo di candidato sindaco, quindi io ho apprezzato che pur non essendo coinvolto in nessuna delle vicende lui ha fatto subito, lo stesso giorno, un passo indietro. È stata una scelta doverosa e anche di rispetto nei confronti dei candidati al consiglio e della compagine a cui lui aveva lavorato per tanti anni. Quindi ho apprezzato il suo atto di coraggio e bisogna riconoscerlo. Proprio perché ama il paese ha capito che sarebbe potuto essere una situazione pesante che Cinisi non merita. Riconosco quindi l’atto di responsabilità.

Continua ad appoggiarvi?

Lui a oggi si è un po’ isolato, anche perché è stato un momento molto forte per una persona che ha fatto politica per tanti anni spendendosi in maniera fattiva. Quindi per chi ha la politica nel sangue è stato un trauma personale molto importante.

Un tuo giudizio sugli ultimi dieci anni di Giangiacomo Palazzolo.

La sindacatura di Giangiacomo Palazzolo è stata nefasta. Quando lui è stato eletto ho accusato il colpo: ci avevamo creduto tanto nella compagine politica “È tempo di cambiare” di Giuseppe Monsù, abbiamo perso perché eravamo divisi: se ci fossimo uniti al gruppo Rigenerazione in cui c’erano molte persone valide avremo potuto vincere. Noi avevamo tentato l’unione, ma quel gruppo ha la responsabilità degli altri dieci anni di Palazzolo.

Una sindacatura con un sindaco totalmente assente da questo paese, non è stato un sindaco tra la gente e non ha aperto le porte del Comune: ha continuato la politica di Salvatore Palazzolo. Quando abbiamo perso, essendo lui un giovane, vedevo in lui e nel vicesindaco Aldo Ruffino qualcuno che poteva risollevare le sorti del paese, ma sono stati ancora peggiori del loro predecessore. Hanno fatto una politica soltanto rivolta a chi era con loro. Per fare un esempio concreto: quando hanno portato una variazione urbanistica per un’attività turistica nella Via del Mare, noi abbiamo detto che eravamo d’accordo a quella variazione, ma chiedevamo però che la variazione turistico alberghiera venisse fatta in tutta Via del mare, perché in quel modo si sarebbe dato valore a tutta la collettività, tutti i proprietari di terreni avrebbero avuto lo stesso diritto che veniva dato a una sola attività commerciale. A causa di queste scelte i nostri muratori sono andati a lavorare in altri paesi perché l’edilizia è ferma.

Perché in 15 anni non c’è stata una variante?

Noi come opposizione abbiamo fatto video di proteste e una mozione per chiedere la variante, che loro hanno bocciato.

Con quale motivazione?

Hanno motivato la bocciatura dicendo che si stavano attivando per fare una rivisitazione generale del Piano Regolatore, che pero ha tempi lunghissimi. Per questo fare varianti avrebbe potuto generare un’economia importante, sia nella Via del Mare che in Via Butera.

Un’altra cosa gravissima è stata l’abbandono della zona artigianale-industriale di Cinisi: accanto all’aeroporto, all’autostrada, bisognava abbattere gli oneri di urbanizzazione. Gli unici due imprenditori che hanno investito in maniera esponenziale hanno avuto difficoltà enormi. Tuttora uno di questi imprenditori sta pagando 300.000 euro di oneri di urbanizzazione. Bisognava venire incontro agli imprenditori, solo così puoi creare economia e lavoro. Anche i commercianti hanno fatto tante richieste che potevano essere ottemperate ma non sono stati ascoltati. Non c’è stata sinergia con imprenditori e associazioni.

Un tuo giudizio sui tuoi avversari.

Cinisi è stanca, si è svegliata e ha cominciato a capire che uno dei miei competitor da 20 anni fa promesse e adesso si trova in difficoltà. Cinisi ha capito che l’Avvocato Palazzolo non è più un candidato credibile e lo ha dimostrato con i fatti: non ha fatto fatti. Lui oggi dica che la Via del Mare sarà una via ricca di alberghi, bar e attività commerciali, ma lo prometteva già nel 2009. Lui ha governato per dieci anni, il suo discepolo ha governato per altri dieci anni ma la Via del Mare continua a essere una cattedrale nel deserto.

Sono due facce della stessa medaglia, lui è discepolo suo. Nino Vitale è stato dieci anni con Salvatore Palazzolo, si è distaccato da lui perché non ha rispettato i patti: la seconda carica istituzionale che non ha rispettato il patto dimettendosi da Presidente del Consiglio. Ma che tipo di politica vuole fare, il nuovo che avanza? Uno che racconta bugie: oggi dice “I confini sono i miei”, ma due anni fa parlava di “Terracinisi” e faceva campagna elettorale a Giosuè Maniaci.

Sei stata definita il cavallo di Troia del Comune di Terrasini: c’è un interesse di Giosuè Maniaci nella tua candidatura?

Loro hanno affermato che la mia candidatura parte da Giosuè Maniaci. La mia candidatura parte da una primaria democratica. Entrambe le compagini, visto che non hanno dove attaccarmi, hanno trovato quello che secondo loro è un mio punto di debolezza; io mio pregio che sia il mio punto di forza.

Che ingerenze ha fatto? È venuto a fare comizi? Lo vedi girare per Cinisi?

Loro hanno un sistema mentale retrogrado. Soprattutto l’Avvocato Palazzolo ha vissuto un momento storico -che io per fortuna non ho vissuto - in cui c’era questa contrapposizione forte tra Cinisi e Terrasini. Siamo nel 2024, siamo in Europa, il Muro di Berlino è caduto nel 1989. Io sono per la condivisione la sinergia, una marcia in piu. Faremo sinergia con Terrasini, Carini e gli altri paesi del comprensorio. Ma scusate: il GAL che cos’è? Perché non possiamo promuovere solo il nostro paese. Quando qualcuno, ex assessore a Terrasini che ora è nella compagine dell’Avvocato Palazzolo, Cusumano, dice che vuole metter un punto turistico di Cinisi all’Aeroporto. Lui che è un grande viaggiatore mi rende perplessa, perché un viaggiatore che parte sa dove andare, soprattutto oggi con la tecnologia. C’è un ufficio turistico della Città metropolitana dove poter implementare la nostra presenza, dove dover pagare un dipendente comunale per andare in aeroporto. Terrasini e Cinisi sono già un’unica comunità. Sono due paesi completamente diversi, per la loro storia. Cinisi è un paese più antico che nasce intorno al Monastero die Benedettini, il centro culturale per eccellenza.  Per le loro origini di allevatori e contadini, i cinisari programmano e investono in cultura. Terrasini di contro è un paese marinaro ed è più aperto. Ma oggi pur essendo due paesi diversi per mentalità, sono un’unica comunità. Potremmo unificare i servizi e risparmiare, razionalizzare le strutture sportive, realizzare il porto turistico. Per la stazione, chiederemo di fare una fermata al passaggio a livello del Mulino. La metropolitana dall’Aeroporto non deve andare dritta verso Palermo, ma deve servire i comuni del comprensorio: per fare questo ci vuole sinergia.

Macro domanda che si declina in altre domande più piccole. A proposito delle alleanze politiche, la macro domanda è: ma Vera Abbate è ancora di sinistra?

Per la mia storia familiare sono una persona di sinistra, ma a oggi non mi sento rappresentato da nessun partito. Io sono della politica del fare, la politica delle parole non mi sta bene. Nella mia lista, per le elezioni comunali, devi accogliere diverse compagini, quindi non vedo nulla che mi preoccupa. Quando faremo richieste di finanziamento questo compagni daranno risposta.

Hai appoggiato Maniaci quando si è candidato con Fratelli d’Italia?

Io ho lavorato per otto anni con Giosuè Maniaci, ma non sono salita su nessun palco con lui, quindi non ho appoggiato Maniaci: ad appoggiarlo è stato il candidato Nino Vitale che a Cinisi è salito sul palco e che se non sbaglio aveva la tessera del partito. Io ho appoggiato Giosuè Maniaci come sindaco, perché sono un funzionario del Comune di Terrasini e lui ha attuato una politica del fare. In questi otto anni Giosuè Maniaci ha cambiato il volto di Terrasini grazie a una politica concreta che ha rigenerato un territorio in cui hanno investito imprese e attività commerciali. Giosuè Maniaci ha alzato la qualità della vita. Una casa nelle stesse condizioni a Cinisi vale 90.000 euro, a Terrasini 190.000; un affitto a Cinisi 350 euro, a Terrasini 650 euro: questo ha alzato la qualità della vita. Questo non è successo a Cinisi, che a causa dell’Amministrazione è stata portata al degrado e all’abbandono e ridotto a un paese dormitorio. Noi dobbiamo riportare luce.

E l’appoggio di Tamajo?

Ribadisco che io non faccio parte di nessuna compagine politica, però riconosco in Edy Tamajo un politico che ha fatto fatti nei territori e lo ha dimostrato anche a Cinisi, portando finanziamenti per il nostro Comune per un gruppo politico che ora fa parte della mia compagnie. Io mi auguro che Tamajo venga eletto al Parlamento Europeo perché sono certa che darà risposte non solo a Cinisi, ma a tutto il comprensorio, a tutta la Sicilia.

I Casa Motazza ti hanno rappresentata come Margaret Tatcher: in effetti con lei condividi il fatto di essere l’unica donna in una squadra di uomini. Come mai tra gli assessori designati non c’è nemmeno una donna? Non si poteva avere più equilibrio?

L’equilibrio sarà attuato nei prossimi assessorati: il quinto assessore verrà nominato dopo l’ufficialità della vittoria e sarà una donna. In seguito a una nuova normativa inoltre a settembre scatterà un sesto assessore e sarà donna. I prossimi due assessori saranno donne, è una casualità che siano tutti uomini.

Sui manifesti si legge “Vera Abbate Sindaco”, al maschile. Se sarai eletta, ti farai chiamare Sindaco o Sindaca?

Questa è una tematica molto dibattuta. A me queste cose mi sembrano forzature. Ma cosa cambia? È il nome che fa le qualità di una donna? Non penso proprio, mi sembrano dei retaggi stupidi. Contano i fatti, non le parole.

C’è stata una polemica sulla tua partecipazione al Cine Alba di un’iniziativa organizzata dal Movimento per la Vita.

Mi dispiace perché in tutto si deve trovare la polemica. Io sono per la libertà delle donne e per l’aborto, che sia chiaro: una conquista ottenuta con una lotta enorme. Però io non posso non essere in appoggio di una donna, una ragazza madre, che vuole portare avanti una gravidanza e avere un figlio. Non ci vedo nulla di strano.

Avete un programma molto corposo: riuscirete a realizzare tutti i punti? Ci saranno i fondi necessari?

Sono tutti punti realizzabili. Si può accedere a finanziamenti regionali, nazionali ed europei. C’è il PNRR, un’opportunità incredibile. Bisogna avere dei tecnici e formare il personale. Il Comune di Cinisi è il più virtuoso dal punto di vista economico. In un anno abbiamo ricevuto dalle multe 2 milioni di euro: secondo legge il 50% va speso per la sicurezza stradale. La precedente amministrazione ha prodotto debiti fuori bilancio a causa dei contenziosi per lo stato del manto stradale. Con una migliore gestione riusciremo a risparmiare sugli sprechi, con una giusta programmazione daremo delle priorità.

Ieri avete annunciato il “Patto con Cinisi”: la rinuncia all’indennità di carica finché non avrete realizzato una serie di punti in programma.

Cucinella ha detto che non è fattibile: perché? A Terrasini hanno rinunciato all’indennità e raccolto 70.000 euro, comprando un pulmino e due macchine.

È un impegno che ci siamo presi: finché non realizziamo questi punti, non prenderemo lo stipendio.

Tempistiche?

Tre mesi, prima dell’inizio dell’anno scolastico. Il superamento della crisi idrica lo realizzeremo subito attivando i pozzi. Il problema della potabilità dell’acqua ha un percorso a breve termine e uno a lungo termine. A breve termine si immette l’acqua in rete per uso igienico-sanitario, pur non essendo potabile, utilizzando il pozzo nel bene confiscato assegnato alla Guardia di Finanza. Ci attiveremo poi per richiedere il finanziamento per l’acquisto dei potabilizzatori. Il Governo Nazionale ha messo a disposizione 20 milioni per lo stato di calamità naturale in Sicilia, per la crisi idrica: questo permetterà di accedere ai fondi in via emergenziale e velocizzando la procedura. Il decoro ambientale è fattibile anche con il volontariato. L’approvvigionamento dell’acqua nelle scuole lo si può fare con l’ampliamento delle cisterne. La sistemazione del manto stradale del comparto urbano, con i proventi delle multe, i soldi ci sono. Riguardo il problema dell’illuminazione ci sono dei contratti che non sono stati rispettati. Anche il contratto con l’azienda dei rifiuti: alcuni punti, come lo spazzamento delle strade, non sono stati ottemperati.

Nel programma a proposito della formazione dei dipendenti parlate di risparmio mediante processi di internalizzazione di attività attualmente gestiti da soggetti esterni. Quali attività?

Per ora le attività informatiche vengono esternalizzate, costano un sacco di soldi e non c’è efficienza. Vigileremo sul rispetto dei contratti. Lo spreco nella pubblica amministrazione è un oltraggio i cittadini.

Avete in programma un decentramento amministrativo per la realizzazione di un Museo permanente presso il Palazzo Comunale.

Il Palazzo comunale è uno dei monumenti più belli del territorio, che secondo noi va utilizzato e valorizzato a livello culturale. Quando hanno cambiato sede alla Biblioteca comunale dall’atrio comunale a ex Casa Badalamenti - intestata a mio padre - per me è stato un oltraggio, sinceramente io ci ho visto altro, ci ho visto un attacco. Oggi Mari Antonietta Mangiapane ha un ruolo determinante, ma quella biblioteca comunale non andava spostata. Io avrei spostato l’ufficio servizi demografici al pian terreno dell’ex Casa Badalamenti; e assegnare il primo piano all’Associazione Peppino Impastato e a Casa Memoria, un luogo più spazioso per fare convegni. La Biblioteca al posto dei servizi demografici, facendolo diventare un centro culturale. Così daremo valore al Palazzo dei Benedettini, si può fare un museo delle arti e delle tradizioni cinisare. Apriremo il Palazzo.

Che programmi avete per la Gesap?

Il Comune non ha mai reinvestito i proventi dell’Aeroporto per aumentare le proprie quote azionarie. Ma Cinisi dovrebbe avere di diritto un posto in Consiglio di Amministrazione, a prescindere dalla percentuale di azioni. Il sindaco Giangiacomo Palazzolo è stato assente alle riunioni e quando c’era litigava.

Qual è lo stato della mafia oggi a Cinisi?

Penso che la mafia di una volta non esiste più, non ci sono più i boss mafiosi. Esistono dei sistemi legati ad altre cose, non alla mafia. Quando ci sono delle azioni di prepotenza quella è un’azione mafiosa. Presumo che la mafia tradizionale non c’è più, si è spostata in altri ambiti, soprattutto nel nord, ma bisogna avere gli occhi aperti nell’amministrazione, non bisogna mai cedere a nessun ricatto o alle sollecitazioni di nessuno. Questi sono i valori che mi hanno insegnato i miei genitori e io mi contrappongo a qualsiasi tipo di sollecitazione esterna: sono per la legalità e la vera antimafia delle azioni.


Questa intervista è stata realizzata martedì 4 maggio 2024 nella sede di Cinisi Vera in Via Regina Margherita 29.


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ELEZIONI CINISI: Intervista al candidato Salvatore Palazzolo

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