La rapina del 1921 al carrettiere torrettese e il mulo bisbetico che sfuggì ai banditi
Scritto da Francesco Cipriano
01 luglio 2025
Durante una ricerca d’archivio mi sono imbattuto in una cronaca che racconta uno spaccato della vita rurale e dei pericoli che caratterizzavano la Sicilia del primo dopoguerra. Ma anche un esempio di sottile ironia da parte del cronista dell’epoca.
La storia è riportata in un articolo del 5 marzo 1921 del Corriere Italiano e ha come protagonista Tommaso Raccuglia, un carrettiere originario di Torretta, aggredito lungo la strada tra Partinico e Montelepre, in contrada Figurella.
Quel giorno, Tommaso tornava da Partinico dove aveva venduto un po’ di paglia, probabilmente raccolta nei campi della sua zona. Nel pomeriggio, mentre si dirigeva verso casa con il suo carretto, notò due uomini armati di fucile che lo precedevano sullo stesso tragitto. Non parve turbarsene più di tanto, forse abituato alla presenza di uomini armati in una terra dove la sicurezza era precaria.
Giunto in contrada Figurella, però, i due sconosciuti lo bloccarono, intimandogli il classico e minaccioso “Faccia a terra!”.
Raccuglia obbedì, ma non il suo mulo: come riportato nell’articolo con una certa ironia, “il mulo, un pò se non molto bisbetico, continuò la strada perché il faccia a terra era stato intimato al solo suo padrone”.
E come dargli torto, d’altronde: le rapine le fanno gli uomini, mica gli animali. E infatti, fedele alla sua proverbiale testardaggine, il mulo continuò per la sua strada lasciando il povero padrone al suo destino.
Temendo di perdere sia il denaro che il mulo, Raccuglia chiese di poter raggiungere l’animale, promettendo di consegnare spontaneamente i soldi. Ma appena si mosse, fu colpito a una coscia da una scarica di pallini. Dopo averlo ferito, i due lo perquisirono e lo rapinarono.
Con grande determinazione, Tommaso Raccuglia riuscì a raggiungere l’ospedale dove fu medicato dal dottor cav. Francesco Sammartino. Tuttavia, rifiutò il ricovero e preferì tornarsene a casa a Torretta.
La cronaca chiude con un appello rivolto alle autorità per chiedere maggior sicurezza lungo le strade dei comuni dell’entroterra, ma non risponde alla nostra curiosità: che fine ha fatto il mulo “un po’ se non molto bisbetico”?