Trentasei anni senza verità: a Villagrazia di Carini commemorato il duplice omicidio Agostino-Castelluccio
05 agosto 2025
Si è svolta questa mattina, martedì 5 agosto 2025, sul lungomare Cristoforo Colombo a Villagrazia di Carini, la cerimonia in ricordo di Antonino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, uccisi trentasei anni fa in un agguato rimasto senza colpevoli.
Alla presenza delle autorità istituzionali, politiche e civili, è stata deposta una corona di alloro presso la stele commemorativa che sorge nel luogo in cui si consumò il duplice omicidio.
Antonino Agostino, agente scelto della Polizia di Stato in servizio al commissariato San Lorenzo di Palermo, si trovava il 5 agosto 1989 nella casa di villeggiatura dei genitori a Villagrazia di Carini, insieme alla moglie Ida Castelluccio, incinta, per festeggiare il diciottesimo compleanno della sorella Flora. Poco prima di andare via, i due si recarono da un vicino per mostrargli l’album di nozze. In quel momento, due uomini in moto aprirono il fuoco. Antonino tentò di proteggere la moglie, ma fu colpito a morte. Ida morì poco dopo in ospedale.
Da quel giorno, i genitori di Antonino, Vincenzo Agostino e Augusta Schiera – scomparsi rispettivamente nel 2024 e nel 2019 – hanno dedicato la vita alla ricerca della verità, denunciando omissioni, depistaggi e silenzi istituzionali. Per anni le indagini seguirono piste ritenute poi infondate. Solo decenni dopo emersero probabili collegamenti tra l’omicidio e ambienti mafiosi e dei servizi.
Giovanni Aiello, ex agente della Polizia di Stato, è stato per anni al centro di diverse inchieste per il suo presunto ruolo di collegamento tra apparati dello Stato e ambienti mafiosi. Conosciuto con il soprannome di “faccia da mostro” per le cicatrici che gli segnavano il volto, fu indicato da diversi collaboratori di giustizia come figura presente in numerosi episodi oscuri degli anni Ottanta e Novanta. Nel 2016, nel corso di un confronto all’americana disposto dal gip di Palermo, Vincenzo Agostino lo riconobbe come l’uomo che, nei mesi precedenti all’omicidio di Nino e Ida, si era presentato nei pressi della sua abitazione chiedendo del figlio. Aiello morì di infarto l’anno successivo.
In primo e secondo grado, il boss Antonino Madonia è stato condannato all’ergastolo come esecutore del delitto. Ma nei mesi scorsi la Corte di Cassazione ha annullato la condanna, definendo le motivazioni “manifestamente illogiche e contraddittorie”, e ha dichiarato prescritto il reato relativo all’omicidio della moglie Ida Castelluccio.
A fronte di questo esito, i familiari – Annunziata, Salvatore e Flora Agostino – hanno annunciato la presentazione di un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo. Ritengono che lo Stato italiano non abbia rispettato gli obblighi di verità e giustizia nei confronti delle vittime e della loro famiglia.
A trentasei anni di distanza, la famiglia Agostino continua a chiedere che venga fatta piena luce su una vicenda che, ancora oggi, rimane una ferita aperta.