Costruzioni a meno di 150 metri dal mare: la Corte costituzionale conferma il divieto per i privati in Sicilia


26 maggio 2025


La Corte costituzionale ha deciso che il divieto di costruire a meno di 150 metri dalla costa, in vigore in Sicilia dal 1976, vale fin da subito anche per i privati. Lo ha stabilito con la sentenza n. 72, depositata oggi, respingendo le contestazioni sollevate dal Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana (CGARS).

Dell’argomento avevamo già parlato quando il Comune di Carini scrisse il proprio parere sull’ordinanza anti-condono.

Al centro della vicenda ci sono alcuni casi in cui i proprietari di immobili costruiti vicino al mare avevano chiesto il condono edilizio per opere realizzate tra il 1976 e il 1983, senza autorizzazione. I comuni avevano detto di no e ordinato la demolizione, sostenendo che quelle costruzioni erano vietate dalla legge regionale del 1976. I ricorsi sono finiti davanti al CGARS, che ha sollevato dubbi sulla legittimità di una norma del 1991 che chiariva (secondo la Corte, in modo autentico) che quel divieto valeva fin da subito anche per i privati, e non solo nei piani regolatori.

Il CGARS riteneva che questa precisazione del 1991 fosse arrivata troppo tardi, dopo che i proprietari avevano già fatto affidamento sulla possibilità di ottenere il condono previsto dalla legge regionale del 1985. Ma per la Corte costituzionale non è così.

Secondo i giudici, il divieto di costruzione entro i 150 metri dalla battigia era chiaro fin dall’inizio e già applicabile anche ai privati. La legge del 1991 non ha cambiato le regole, ma ha solo spiegato meglio una norma che poteva risultare poco chiara. Inoltre, le leggi regionali successive al 1976, fino a quella sul condono del 1985, non autorizzavano in alcun modo la regolarizzazione di edifici costruiti troppo vicino al mare.

In sintesi, chi ha costruito abusivamente in quell’area non poteva aspettarsi di poter sanare le opere. La Corte ha quindi confermato la validità dei dinieghi e delle demolizioni disposte dai comuni.


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