Diffamazione aggravata contro Luisa Impastato: a processo Maria Badalamenti, parente del boss condannato per l’omicidio di Peppino
4 giugno 2025
Inizierà domani, 5 giugno 2025, il processo nei confronti di Maria Badalamenti, citata in giudizio per diffamazione aggravata nei confronti di Luisa Impastato, presidente di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato. La vicenda si trascina da anni e ha raggiunto ora l’aula del tribunale, dove si valuterà la responsabilità penale della Badalamenti per quella che sembrerebbe una vera e propria campagna di odio condotta con modalità ossessive, aggressive e minacciose.
I post e i messaggi pubblicati dalla donna contro Impastato si contano a migliaia, con una frequenza quasi quotidiana e toni che vanno ben oltre la critica: insulti, minacce, diffusione di fake news, frasi ingiuriose contro Luisa Impastato e la sua famiglia. In più occasioni, Maria Badalamenti ha augurato malattie e perfino la morte ai figli della presidente di Casa Memoria.
A rendere il quadro ancora più inquietante è la biografia familiare della Badalamenti: è parente di Gaetano Badalamenti, boss di Cosa nostra e mandante dell’omicidio di Peppino Impastato, condannato in via definitiva. È inoltre figlia di Silvio Badalamenti, ex direttore delle esattorie di Marsala riconducibili ai cugini Salvo, legati ai circuiti economici di Cosa nostra. Lo stesso Silvio fu arrestato negli anni ’80 per aver trasportato un’auto blindata destinata allo zio Tano dalla Sicilia alla Lombardia, un favore per il quale fu arrestato, per poi essere ucciso nel 1983 in un agguato che secondo il giudice Giovanni Falcone era stato deciso proprio per la vicinanza di Silvio Badalamenti allo zio mafioso.
Nel corso dell’ istruzione dibattimentale si valuterà se i messaggi e le dichiarazioni pubbliche di Maria Badalamenti costituiscano “solo” diffamazione o se configurino anche altre fattispecie penali. L’impressione, alla luce della documentazione raccolta dalla parte civile, è che ci si trovi davanti a un comportamento sistematico e reiterato, che affonda le radici in un rancore familiare e ideologico profondo nei confronti della famiglia Impastato e dell’impegno civile che ne prosegue la memoria.
La denuncia presentata da Luisa Impastato risale al 2021: sono passati ben 4 anni prima di arrivare alla prima udienza, più volte rinviata per cause burocratiche, l’ultima volta a gennaio quando il giudice a cui era stato affidato il fascicolo aveva ottenuto il trasferimento in altra sede e il fascicolo era stato riassegnato.
Nel frattempo la Badalamenti, che sui social utilizza il cognome materno (Ruffino) ha proseguito la sua campagna, sostenuta anche da qualche giornalista, mentre la famiglia Impastato si affidava alla giustizia, purtroppo più lenta dei social e dei media che per anni hanno diffuso fake news.
Domani la Badalamenti dovrà rendere conto della gravità delle sue parole. Una storia che seguiremo da vicino e che vi racconteremo in ogni dettaglio.