L’imprenditore Giovanni Palazzolo rinviato a giudizio

Giovanni Palazzolo, 68 anni, imprenditore e proprietario della GLS di Carini arrestato lo scorso aprile, è stato rinviato a giudizio. La notizia è stata diffusa dalla testata Palermo Today in un articolo firmato da Sandra Figliuolo.

La Procura di Palermo accusa Palazzolo di aver gestito affari per conto di Cosa Nostra e di aver avuto un ruolo di "tramite" con il Comune di Carini, facilitando gli interessi della cosca. Il processo inizierà a gennaio davanti alla quarta sezione del Tribunale di Palermo.

L'inchiesta, che aveva portato all'arresto di Palazzolo lo scorso aprile, ha rivelato gravi accuse a suo carico, tra cui quella di aver gestito la latitanza del boss Salvatore Lo Piccolo, a capo del mandamento di San Lorenzo-Tommaso Natale. Secondo quanto emerso dalle indagini, Palazzolo avrebbe ospitato Lo Piccolo per un periodo di tempo a Terrasini, come affermato dallo stesso imprenditore in un'intercettazione del 24 dicembre 2021: "Lui è stato qui, Lo Piccolo, all'epoca me l'hanno chiesta a me questa cortesia...", affermava Palazzolo, che tuttavia non nascondeva disprezzo per il mafioso, definito "non un grande uomo", ricordando però le serate trascorse con il figlio di Lo Piccolo, Sandro, anche lui mafioso e killer: "Aprivamo Dom Perignon qua, nella piazza a Terrasini, Rolex, cose, buttane...", sorpreso di non essere finito nei guai:  “Come non ci ha consumati quello...". 

Oltre alla gestione della latitanza del boss, Palazzolo è accusato di aver intascato il pizzo per conto della cosca di Carini. Alcuni collaboratori di giustizia affermano che Palazzolo avrebbe avuto legami con l'amministrazione comunale, agendo come "addetto" al Comune di Carini e facilitando la realizzazione di opere e progetti, tra cui il centro commerciale Poseidon.

Le accuse coinvolgono anche un altro soggetto: Umberto Frecentese, un luogotenente della Guardia di Finanza di Palermo, accusato di aver fornito informazioni riservate a Palazzolo, tra cui dettagli su inchieste in corso e notizie coperte da segreto istruttorio. Frecentese, originario della provincia di Napoli, ha scelto il rito abbreviato e, per lui, i pubblici ministeri Marzia Sabella e Giovanni Antoci hanno chiesto una condanna a 6 mesi di reclusione. In seguito all'inchiesta, Frecentese è stato sospeso dal servizio.


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