Ore 17,58: i testimoni della strage di Capaci raccontano il loro 23 maggio

A 33 anni dalla Strage di Capaci, il ricordo di quel giorno resta vivo nella coscienza collettiva, scolpito nei racconti di chi c’era, di chi ha visto, vissuto e portato con sé le immagini e le ferite di un attentato che ha segnato per sempre la storia del nostro Paese.

In questo speciale, raccogliamo le testimonianze di tre uomini che quel 23 maggio 1992 lo hanno vissuto in prima persona, ciascuno da una prospettiva diversa ma profondamente intrecciata.

Giuseppe Costanza, autista e uomo di fiducia del giudice Giovanni Falcone, era a bordo dell’auto insieme al magistrato e a sua moglie, Francesca Morvillo, nel momento dell’attentato. Sopravvissuto all’esplosione, conserva nella memoria ogni dettaglio di quei momenti terribili. La sua è una testimonianza diretta e intensa di ciò che accadde negli attimi che precedettero l’esplosione.

Salvatore Gambino si trovava per caso a passare da quel tratto di autostrada ed è stato uno dei primi a soccorrere Falcone e la moglie Francesca Morvillo, ritrovandosi improvvisamente testimone e partecipe di uno dei momenti più tragici della storia repubblicana.

Antonio Vassallo, giovane fotografo di Capaci all’epoca dei fatti, fu tra i primi a documentare con la sua macchina fotografica le scene della strage. Quelle immagini, però, non videro mai la luce: il rullino gli venne sequestrato.

Tre storie, tre volti, tre frammenti di memoria che ci aiutano a non dimenticare.

Perché il 23 maggio non sia solo un anniversario, ma un impegno civile, collettivo e quotidiano.

Leggi le tre testimonianze:


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