Torretta, per la prima volta la vara della Madonna spinta da donne


Testo e foto di Francesco Cipriano

09 dicembre 2025


Potrebbe sembrare un gesto semplice, quasi ordinario, e invece rappresenta una piccola rivoluzione: per la prima volta nella storia di Torretta, un gruppo di donne ha spinto la vara dell’Immacolata.

A Torretta il culto mariano è radicato da oltre un secolo, una devozione totale per una comunità in cui la religione continua a occupare un ruolo centrale.

L’8 dicembre il paese si anima sin dal mattino con la Sagra della Vastedda, mentre la sera è riservata alla tradizionale processione dedicata all’Immacolata.

Quest’anno due elementi hanno segnato l’edizione: il restauro della statua, voluto dal parroco Don Giuseppe Gradino, e soprattutto un momento dal forte valore simbolico, quando una quindicina di donne ha preso posto dietro la vara per spingerla.

Un compito tradizionalmente maschile, assegnato agli uomini ritenuti più adatti a sostenere il peso della statua — che, posta sulla vara, raggiunge un’altezza di circa 2,8 metri — lungo le strade ripide di un paese collinare. Come sempre, sono stati loro a occuparsi della parte più impegnativa del percorso: dall’uscita dalla chiesa in piazza alle salite più dure e fino al rientro finale.

Ma per alcune decine di metri le donne di Torretta hanno abbandonato il ruolo consueto - quello di portare le candele - e hanno assunto direttamente l’onere di la spingere la vara della Madonna.

Un piccolo passo, certo, ma in una comunità in cui il vento del femminismo non ha soffiato con la stessa forza che altrove, assume un significato particolare. Qui, dove la dimensione religiosa resta un riferimento identitario, può accadere che la modernità passi proprio attraverso i rituali di fede, diventando parte di essi senza strappi né rotture.

A introdurre questa novità sono stati i presidenti dell’Associazione Maria SS. Immacolata di Torretta, Anna Marasà e Filippo Pipitone, che raccontano di aver avuto la stessa intuizione. Entrambi hanno assunto l’incarico dopo aver superato problemi di salute che hanno rafforzato ulteriormente la loro devozione.

«Avevo avuto quest’idea» spiega Marasà a Compaesano, «e quando Filippo me ne ha parlato, gli ho detto: facciamolo».

Marasà ricorda che il cambiamento avrebbe dovuto essere introdotto già lo scorso anno, ma la processione venne annullata per la pioggia.

«Tra le donne a spingere la vara avrebbe dovuto esserci Pina Di Maggio (donna torrettese scomparsa lo scorso febbraio, NdA), che mi aveva espresso il suo desiderio» racconta Anna con commozione. «Purtroppo Pina non c’è più. Per questa ragione quest’anno spingeremo la vara in suo ricordo».

E così, dopo i fuochi d’artificio e il via scandito dalle campanelle, le quindici donne con la casacca celeste hanno preso posto dietro la vara, portando in processione quella che per loro rappresenta la figura femminile per eccellenza, la Madonna.

C’era chi piangeva, chi sorrideva con fierezza, chi compiva il gesto con naturalezza. Tutte unite nel ricordo della loro amica Pina.


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