Cinisi, 1946: nuove segnalazioni sul mistero dei tre pozzi


Scritto da Francesco Cipriano

2 giugno 2025


Il 15 aprile abbiamo pubblicato su Compaesano un articolo (potete leggerlo qui) che riportava alla luce un inquietante fatto di cronaca nera accaduto a Cinisi nel 1946: tre cadaveri ritrovati in tre diversi pozzi, a poca distanza l’uno dall’altro, tra cui quello di una giovane donna smembrata. La vicenda, raccontata all’epoca da Il Corriere Italiano, sembrava essere stata dimenticata per quasi ottant’anni.

Da allora, grazie alla pubblicazione dell’articolo, sono giunte a Compaesano diverse testimonianze che offrono nuove prospettive su quei tragici eventi.

Alcuni racconti parlano di una donna uccisa dal figlio, forse affetto da disturbi mentali, che avrebbe smembrato il corpo della madre e tentato di renderla irriconoscibile sfregiandole la faccia con una grattugia. Altri riferimenti includono nomi come Vito Palazzolo, soprannominato "u Salaru", e una donna conosciuta come Giovannina o "Riggina", entrambi presumibilmente vittime di omicidio e gettati in pozzi.

Queste segnalazioni, che riportiamo integralmente di seguito, potrebbero contribuire a far luce su una vicenda rimasta nell’ombra per decenni.

Le segnalazioni

Elenchiamo le diverse segnalazioni giunte a Compaesano:

1

“Ricordo che mia madre raccontò una volta di una donna uccisa dal figlio fatta a pezzi e gettata in un pozzo, mi pare che il figlio fosse stato accusato e condannato”.

2

“Me ne parlò anche mio padre, tale Ruffino (Vincenzo)?”

3

“Secondo alcuni racconti che ho sentito la donna aveva un figlio malato di mente e tanti in paese sospettavano fosse stato lui a uccidere la madre e a buttarla dentro al pozzo... A quanto pare le avrebbe passato la grattugia in faccia per non farla riconoscere... non ricordo i particolari, è passato tanto tempo da quando me ne parlarono, ero un ragazzino ai tempi in cui sentii parlare di questa storia e già era successa da tanto tempo”


4

“Ho chiesto informazioni ma non sono sicura se si tratti di queste persone. Allora, un giovane chiamato Vito Palazzolo, di soprannome "u Salaru" fu gettato dentro un pozzo durante questi anni. Poi una Donna di nome Giovannina, di soprannone "Riggina", che abitava a la Chiusa, fu gettata dentro un pozzo, ammazzata in simili condizioni. So che il colpevole andò in galera”.

5

“Dalle informazioni che ho trovato, la donna si chiamava Giuvannina "la Cola", forse di cognome Passalaqua. Abitava a la Chiusa, aveva il vizio di bere; a causa di questo è caduta ed è morta, poi gettata a pezzi nel pozzo. La persona che fu coinvolto, fu arrestato e finì in galera per tanti anni”.

6

“Mi raccontava mio padre che la donna si chiamava Giuvannina “La Cola”, aveva il vizio di bere, il figlio ipovedente forse nel riprenderla l'ha uccisa, con l'aiuto di sua sorella l'hanno fatta a pezzi e buttata in un pozzo , che si trova nei pressi della Pirrera appena fuori il dentro abitato. Quando l'hanno ritrovata , forse in seguito ad una segnalazione, era sfigurata. Per la vicenda hanno condannato il figlio che a causa dalla sua cecità ha scontato pochi anni e poi ha vissuto una vita normale”.

 

La ricerca continua: se qualcuno avesse informazioni o testimonianze utili, non esiti a contattare Compaesano compilando il form qui sotto.


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