Cinisi, 42 anni fa l’omicidio di Salvatore Zangara
Testo e foto di Vanessa Leone
08 ottobre 2025
A 42 anni dall'omicidio di Salvatore Zangara, una luce di speranza si accende nel lungo percorso della verità.
"Il 13 Ottobre il GIP del tribunale di Palermo convoca me come parte offesa e due potenziali killer imputati per l'omicidio di mio padre per determinare se riaprire il processo o archiviarlo".
Antonio Zangara, portavoce della famiglia Zangara poiché figlio della vittima, interpreta la giornata di oggi come il giorno della speranza per l'attenzione che finalmente viene data alla storia di suo padre, uomo riconosciuto come perbene da chi ne ha memoria.
Nell'aula consiliare una rappresentanza degli alunni dell'istituto Comprensivo di Cinisi, tra cui il giovane Francesco, nipote di Totò Zangara, che con una lettera dà merito alla memoria collettiva per avergli restituito un nonno di cui è stato privato.
Presente l'amministrazione con sindaco, presidente del consiglio e consiglieri comunali, ricordando al pubblico l'importanza di fare incontri come questo in un luogo intitolato a Peppino Impastato, vittima anch'egli e simbolo di legalità.
La mattinata è stata organizzata dall'associazione Libera, che nella persona di Clara Triolo ricorda come Totò Zangara non è mai stato nel posto sbagliato, ma che era un uomo comune che viveva serenamente la sua quotidianità.
Zangara, lo ricordiamo, era all'esterno di un bar della piazza di Cinisi, con alcune persone tra cui Procopio Di Maggio. Di Maggio sopravvive alla sparatoria che lo voleva bersaglio, altri due restano feriti e Zangara rimane ferito gravemente tanto da non riuscire a sopravvivere.
"Per molti anni a Cinisi si parlava di Salvatore Zangara o come vittima, ma erano in pochi a pensarlo, o con vergogna, perché con quell'omicidio la mafia aveva commesso un grave errore" dice Salvo Ruvolo di Musica e Cultura, presente all’incontro in compagnia di Luisa Impastato, presidente di Casa Memoria, che dice: "Essere qui è importante, perché Totò Zangara è stato anche consigliere comunale. Oggi mi scoraggia leggere sui social commenti e condivisioni di ragazzi che osannano i boss, vedere che si intervista il figlio di Riina. E non posso non ricordare che ai 100 anni di Procopio Di Maggio tanti nostri compaesani si sono uniti ai festeggiamenti".
Il momento, che si è concluso con la consueta apposizione della corona di fiori nel luogo dell'omicidio, è stato preceduto da dichiarazioni di speranza e determinazione da parte del figlio Antonio:
"Pentiti dichiarano di conoscere cosa è successo quell'8 Ottobre 1983 a Cinisi, e fanno i nomi di chi era a bordo dell'auto e ha sparato. Di questi 3 killer uno è deceduto, due sono in vita. Uno di questi due è irreperibile, ma l'altro è un settantenne che vive ancora a Cinisi. Ne conosco nome e cognome ma per ovvi motivi non posso dirlo. La nostra famiglia non ha mai smesso di credere nella giustizia, nel diritto e nella democrazia che ci deve consentire di sognare una giustizia certa".