Cinisi, la Fiera della Solidarietà raccoglie 11.500 euro


Scritto da Alessandro Coniglio

15 settembre 2025


Giorno 5 settembre, nel cortile dell’oratorio di Piano Peri, si è tenuta la Fiera della Soldiarietà, un evento riuscito in pieno, sia in termini di organizzazione che di riscontro da parte della comunità. 

L’evento è nato su proposta di due coniugi cinisensi ed è stato portato avanti grazie al sostegno di Don Antonio Chimenti, parroco della chiesa Redemptoris Mater di Piano Peri, ed alla collaborazione di tutte le realtà associative della zona. Tutta la giornata si è sviluppata col duplice obiettivo di aiutare sia i tossicodipendenti di Cinisi, tramite l’associazione Obiettivo Rinascita, sia la popolazione di Gaza mediante una donazione diretta alla parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza City (ultima realtà cattolica rimasta nella regione in cui è in corso un genocidio).

La Fiera della Solidarietà ha visto la partecipazione delle realtà associative, che subito hanno accettato la sfida e si sono rese disponibili ad allestire e riempire di giochi, musica e arte ogni momento. Tutti, dalla Pro Loco 2.0 fino a Casa Memoria, passando per l’Agesci e l’Azione Cattolica (insieme ad altre realtà che non citiamo per non essere prolissi), hanno dato il loro contributo e permesso la riuscita dell’evento.

La somma ricavata, ammontante a 11.500 euro, è stata ottenuta totalmente tramite il cibo e le bevande vendute per cena e durante la serata, tutto ricevuto in dono per l’evento stesso. La parte destinata a Gaza City (10.000 euro), ci racconta Don Antonio Chimenti, sarà inviata a padre Gabriel Romanelli, tramite un conto Paypal aperto dallo stesso, dato che tutti gli altri mezzi di pagamento verso la Palestina sono stati chiusi dallo Stato di Israele.

Padre Gabriel Romanelli, 56 anni, argentino di origini italiane, guida dal 2019 la parrocchia della Sacra Famiglia nel quartiere al-Zaitoun a Gaza City, unica chiesa dell’area. Oggi il suo impegno è rivolto soprattutto all’assistenza concreta della popolazione: accoglie nella parrocchia centinaia di sfollati e profughi di diverse fedi, distribuisce generi di prima necessità in un contesto di prezzi proibitivi e carenza di aiuti umanitari, mantenendo aperto un centro che comprende convento, scuola e orfanotrofio. Tra bombardamenti e distruzioni, continua a lanciare appelli per il rispetto dei diritti umani e un cessate il fuoco, rimanendo un punto di riferimento spirituale e pratico per la comunità di Gaza.

Fondata a Palermo nel 1997, “Obiettivo Rinascita” è una onlus che opera come centro di ascolto e sostegno per persone e famiglie colpite da dipendenze e situazioni di grave disagio sociale. Attraverso una rete di parrocchie a Palermo e provincia (Ecce Homo di Cinisi e Sant'Erasmo di Capaci) e attività di sensibilizzazione nelle scuole, l’associazione offre accoglienza, orientamento ai servizi socio-assistenziali, aiuti immediati e percorsi personalizzati di recupero, accompagnando i beneficiari – anche con inserimenti in comunità terapeutiche – verso un nuovo inizio e un reinserimento nella vita quotidiana.

“Questa giornata è stata una gara di solidarietà” ci racconta don Antonio Chimenti “che ci ha davvero entusiasmati e ha dato senso ai nostri sforzi. Abbiamo risposto a due esigenze: la prima, quella di creare una rete di associazioni autentiche, rafforzando la stima reciproca e dandoci la possibilità di capire che concorriamo tutti nel creare un mondo a misura di uomo, di giovane e di anziano. La seconda, quella di unire le nostre forze nel combattere contro la guerra, sia quella vera, che mette la fame e che si compone di crimini come il genocidio che si sta compiendo a Gaza, sia quella che si combatte a livello interiore, contro se stessi e la dipendenza”.

Secondo don Antonio, questo evento ha reso palese come lo sforzo collettivo delle varie realtà del nostro territorio possa portare a grandi risultati. Diventa lecito quindi sperare che questo livello di unione della nostra comunità diventi lo standard, in modo che tutto ciò non rimanga un unicum nella storia di Cinisi. Perché, come conclude nella nostra intervista Don Antonio, “il camminare insieme è una fatica, il camminare da soli è una fatica doppia”.


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