Depuratore, audizione all’ARS: il comunicato di LiberAmbiente
Pubblichiamo il Comunicato del Presidente di LiberAmbiente ODV in merito all’ audizione del 29 ottobre 2025 presso la IV Commissione dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Su richiesta degli onorevoli Mario Giambona (PD) e Roberta Schillaci(M5S), LiberAmbiente ODV è stata ricevuta ieri dalla IV Commissione Territorio e Ambiente dell’ARS argomento della seduta il progetto di collettamento unico dei reflui dei Comuni di Terrasini, Cinisi e dell’abitato a ovest di Villagrazia di Carini verso l’impianto consortile di Carini.
Fin dai primi momenti si è osservata la grande partecipazione di sindaci, consiglieri comunali, associazioni e portatori di interesse, segno evidente di quanto questo tema sia sentito e di quanto il territorio attenda risposte chiare e trasparenti.
Dopo gli interventi iniziali e le puntuali domande degli onorevoli promotori che ringraziamo per l'impagno, la relazione del sub-commissario, dott. Cordaro, ha lasciato tutti piuttosto perplessi.
Il suo intervento, più vicino a un monologo che a un confronto, è stato caratterizzato da affermazioni discutibili o parzialmente errate — molte delle quali abbiamo debitamente annotate — e da un’impostazione difensiva incentrata sulla sanzione europea del golfo di Castellammare e quindi di Terrasini e Cinisi e sui presunti ritardi dovuti ai ricorsi.
A tal proposito, il nostro legale avv. Marina Giustiniano, presente in aula, ha chiarito immediatamente che tali affermazioni non trovano alcun fondamento giuridico: il ricorso non ha richiesto misure cautelari; dunque, non vi è stata alcuna sospensione degli atti.
Se ritardi ci sono stati — e qualcuno li cita quantificandoli in sei mesi — occorre cercarne altrove, poiché nel frattempo la struttura commissariale ha comunque emanato gli atti per gli espropri previsti dal progetto.
Ci teniamo a ricordare a tutti che anche su Carini vi è una specifica sanzione per il mancato collettamento dell'intero agglomerato al proprio depuratore, ma forse questo alla struttura commissariale non interessa come se il territorio di Carini tutto avesse un valore minore.
Tre punti rimasti senza risposta
Durante l’audizione, il sub-commissario non ha fornito alcuna risposta concreta alle domande poste dagli onorevoli:
Stato di avanzamento del progetto: Nessuna indicazione sulle azioni future, solo una cronistoria del passato.
Riutilizzo delle acque depurate in agricoltura: Alla domanda sulla possibilità di riuso, soprattutto considerando la vocazione agricola dell’area tra Terrasini e il fiume Jato (circa 54 km² di terreni a vocazione agricola), la risposta è stata vaga e priva di impegni concreti:
«L’acqua sarà idonea al riuso sotto qualsivoglia forma».
Tuttavia, non è stato specificato se vi siano possibili utilizzatori, come di fatto allo stato attuale non ve ne sono, né se sarà realizzata l’infrastruttura necessaria al riutilizzo delle acque depurate.
Presenza dell’area industriale a monte del depuratore:
Alla richiesta di chiarimenti, la risposta testuale è stata:
«Il depuratore il meglio che la tecnologia offre e accoglierà anche i reflui industriali».
Un passaggio che merita di essere ricordato e approfondito in futuro, in quanto proprio nel progetto la parte relativa ai manufatti della linea industriale vengono considerati 𝐌𝐀𝐍𝐔𝐅𝐀𝐓𝐓𝐈 𝐃𝐈𝐒𝐌𝐄𝐒𝐒𝐈 𝐅𝐔𝐍𝐙𝐈𝐎𝐍𝐀𝐋𝐌𝐄𝐍𝐓𝐄
𝐋𝐞 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢
LiberAmbiente ribadisce con forza la volontà di proseguire in tutte le sedi possibili la propria azione di tutela ambientale, di trasparenza e di piena collaborazione con i comitati cittadini attivi sul territorio come NO CUR.
È necessario ricordare che le responsabilità dei ritardi nella realizzazione dei depuratori di Cinisi e Terrasini e del mancato collettamento dei territori ancora privi di fognatura non possono essere attribuite a chi oggi solleva criticità, ma piuttosto a chi, nel tempo — sindaci, amministratori e commissari — ha accantonato progetti su cui i Comuni lavoravano da anni, e nel caso di Cinisi quasi al termine dell’iter autorizzativo, senza la volontà di superare piccole criticità tecniche o burocratiche.
Nota tecnica – Definizioni utili
𝐀𝐜𝐪𝐮𝐞 𝐫𝐞𝐟𝐥𝐮𝐞 𝐜𝐢𝐯𝐢𝐥𝐢: provenienti da insediamenti residenziali e servizi, derivate dal metabolismo umano e da attività domestiche (alberghi, scuole, uffici, bar, ecc.) e, in caso di rete fognaria unitaria, anche dalle acque meteoriche di dilavamento urbano.
𝐀𝐜𝐪𝐮𝐞 𝐫𝐞𝐟𝐥𝐮𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐢𝐯𝐢𝐥𝐢 𝐨 𝐢𝐧𝐝𝐮𝐬𝐭𝐫𝐢𝐚𝐥𝐢: provenienti da edifici o impianti produttivi, qualitativamente differenti dalle domestiche e potenzialmente contenenti sostanze inquinanti. Possono essere pericolose o non pericolose secondo quanto stabilito dall’allegato 5, parte III, del D.Lgs. 152/2006.
Restiamo in attesa del secondo tempo
LiberAmbiente ODV
Il Presidente Giuseppe Chiofalo
Carini, 30 ottobre 2025
