Il film “I cento passi” compie 25 anni - Intervista all’attore Lorenzo Randazzo
Venticinque anni fa usciva I cento passi, il film che racconta la storia di Peppino Impastato. A ricordarlo oggi è Lorenzo Randazzo, che allora aveva dodici anni e interpretò Peppino da bambino. Dai provini a scuola alle emozioni del Festival del cinema di Venezia, fino al suo impegno attuale nel teatro e nella ricerca, Randazzo racconta a Compaesano come quell’esperienza abbia segnato la sua vita e il suo sguardo sul mondo.
Scritto da Francesco Cipriano
01 settembre 2025
Compie 25 anni I cento passi, il film di Marco Tullio Giordana che nel settembre 2000 debuttava alla Mostra del Cinema di Venezia e che avrebbe cambiato il modo in cui l’Italia ricorda la storia di Peppino Impastato. Una pellicola diventata classico del cinema civile, capace di trasformare una storia siciliana in memoria collettiva nazionale. Ma anche di cambiare la vita a diverse persone.
Oggi Lorenzo Randazzo ha 38 anni. All’epoca delle riprese ne aveva dodici, frequentava la seconda media a Cinisi e fu scelto per interpretare Peppino da bambino.
Lorenzo Randazzo
«Ho fatto due o tre provini – racconta a Compaesano – e ho dovuto imparare a memoria L’infinito di Leopardi. Per il regista quella poesia era decisiva: raccontava l’intelligenza e la curiosità di un bambino destinato a ribellarsi al percorso già tracciato dalla famiglia mafiosa. Quando fui selezionato in famiglia eravamo tutti emozionati: i miei genitori conoscevano Peppino, frequentavano il circolo Musica e Cultura. Furono loro a raccontarmi la sua storia».
Per il giovane Lorenzo fu un’esperienza vissuta con naturalezza. «A quell’età era tutto un gioco. Mi sentivo a mio agio sul set, spontaneo, una spontaneità che spesso si perde con l’età. Nacque un bel rapporto con gli attori che interpretavano i miei genitori, Lucia Sardo e Luigi Burruano».
Ma già allora percepiva il peso della storia che stava interpretando. «Il regista ripeteva che Peppino era una persona curiosa e intelligente, che aveva capito. Io stesso avvertivo l’urgenza e l’importanza di quella storia, con il processo ancora in corso e il paese di Cinisi che non era molto aperto».
Una delle scene che più lo segnarono fu quella del funerale di Cesare Manzella: l’immagine di Lorenzo/Peppino seduto su una poltrona mentre osserva la veglia funebre fu poi scelta come locandina del film. «Osservazione e comprensione. È lì che Peppino capisce cos’è davvero la mafia e soprattutto decide da che parte stare».
Al Festival di Venezia arrivò il riconoscimento del pubblico. «Ricordo dieci minuti di applausi. Per me fu un impatto fortissimo. Oltre al premio per la sceneggiatura, il film vinse anche il Leoncino d’oro votato dagli studenti: un premio profetico, visto che I cento passi viene ancora oggi proiettato nelle scuole».
Il premio per la migliore sceneggiatura viene consegnato alla famiglia Impastato. Da sinistra: Salvo Vitale, Giacomo Randazzo, Luisa Impastato, Lorenzo Randazzo, Felicia Vitale, Giovanni Impastato, Marco Tullio Giordana, Felicia Bartolotta, Claudio Fava, Monica Zapelli. (Cinisi, abitazione di Felicia Bartolotta, 2000)
Per Lorenzo quell’esperienza significò anche una piccola forma di notorietà. «È stato bello, ero fiero di aver interpretato Peppino: ancora oggi qualcuno mi chiama con il suo nome, per me è un vanto. Sentivo rispetto da parte degli altri, un rispetto che in qualche modo era per Impastato. Certe volte un film può far cambiare opinione, altre volte no. Credo che I Cento passi abbia fatto cambiare opinione a molte persone a Cinisi».
Negli anni successivi Randazzo ha recitato in cinema e tv, ma non ha mai dimenticato le proprie radici. Nella confinante Terrasini ha fondato una scuola di teatro per ragazzi, un modo per restituire alle nuove generazioni l’opportunità che ebbe lui venticinque anni fa. «Cerchiamo di tirare fuori il meglio da ciascuno», spiega. Oggi affianca a questa attività un dottorato di ricerca alla Sapienza di Roma sul teatro di Pippo Fava, giornalista ucciso da Cosa nostra nel 1984. «Le strade si intrecciano di nuovo: Claudio Fava, figlio di Pippo, fu sceneggiatore de I cento passi. L’ho incontrato dopo anni e ora sto studiando il teatro di suo padre. Due siciliani accomunati anche da una data: il 5 gennaio, giorno di morte di Fava e di nascita di Impastato. Abbiamo bisogno di questi punti di riferimento».
Venticinque anni dopo il suo esordio nel film I Cento Passi, cosa è rimasto a Lorenzo Randazzo di quell’esperienza?
«Mi è rimasta la voglia di raccontare storie, di capire e di schierarmi. Ognuno lo applica a modo suo nella vita».
Comprendere e prendere posizione: proprio quello che gli ripeteva il regista per spiegargli la curiosità del bambino che sarebbe diventato Peppino Impastato.