Terrasini, il depuratore, il disastro del mare: il comunicato del Comitato per la tutela del territorio
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Comitato per la tutela del Territorio di Terrasini sul depuratore consortile.
Il Comune di Terrasini non ha un depuratore. Quello di primo livello, un manufatto vecchio di 50 anni accanto alla “Maidduzza” è collassato questo inverno ed i lavori di riparazione hanno ripristinato solamente la funzione di collettare i liquami in arrivo per consegnarli al pennello a mare ed allontanarli dalla costa. Il pennello ha un diametro di 315 mm ed è in grado di smaltire solo 30l/s di liquami a fronte di circa i 50l/s che arrivano all’impianto. La differenza finisce in mare sottocosta.
La Praiola unica spiaggia di Terrasini è bagnata da acque maleodoranti, la gente ed i pochi turisti che ancora frequentano il mare di Terrasini cercano un refrigerio che può costare caro dal punto di vista igienico sanitario; sul lungomare sopra la Praiola si avverte costantemente il puzzo delle nostre acque reflue che scaricano alla Maidduzza.
Se per i prossimi 6, 7 anni, ammesso che inizino i lavori e siano completate le opere del collettamento dei reflui a Carini, lo stato delle cose rimarrà immutato, Terrasini avrà dilapidato la sua fama di paese costiero turistico e balneabile: un disastro che già si è percepito questa estate e rischia di durare per decenni.
Dal 1992, anno in cui la popolazione terrasinese aveva superato ampiamente i diecimila abitanti era necessario dotarsi di un impianto di depurazione di secondo livello. Per la cronaca, il finanziamento arrivò qualche anno dopo e fu disposto con carattere prioritario essendo Terrasini uno dei comuni con oltre 10.000 abitanti che scaricavano nell’area sensibile del Golfo di Castellammare (Ordinanza N. 65/TCI del 16 settembre 2003 e successiva procedura d’infrazione 2009/2034). Il finanziamento disponeva una cifra pari a 10.954.567 euro per la realizzazione di un depuratore di secondo livello a Terrasini.
Da allora la continua emergenza con una sequenza di commissari, così erano denominati, da Felice Crosta alla Contraffatto e Fatuzzo passando per Rolle, Giugni e con il contributo dell’APS (acque potabili siciliane) sono passati 22 anni ed ancora noi cittadini paghiamo per le procedure di infrazione e subiamo il disastro di un mare non balneabile continuando a scaricare in mare liquami non depurati. L’emergenza a Terrasini è resa più evidente a causa della criticità idrogeologica della costa che esclude ormai qualunque accesso sicuro al mare.
Nel 2005 venne proposta l’idea di consorziare i due comuni di Cinisi e Terrasini per realizzare un impianto di trattamento consortile. L’idea fu bocciata dall’allora sindaco Palazzolo Salvatore di Cinisi perché non fosse mai che i reflui di Terrasini sfiorassero i confini del suo Comune. Felice Crosta (Commissario n.1) non portò a compimento l’iter per la realizzazione del depuratore consortile.
La proposta venne rilanciata 10 anni dopo dal Commissario Prof. Rolle, dotato di più ampi poteri rispetto a Crosta, che dopo studi e sopralluoghi tecnici, decise che la soluzione per il trattamento dei reflui fognari di Cinisi e Terrasini era quella di un impianto unico da realizzare in territorio di Cinisi presso il vecchio depuratore posto accanto all’area aeroportuale.
Uno studio di fattibilità confermò la bontà della scelta ed evidenzio i benefici per le popolazioni dei due comuni visto che i costi di gestione di un impianto consortile si riducevano notevolmente. La diponibilità delle risorse che intanto erano salite a 15.200.000 euro per Terrasini ed altri 7 milioni circa per Cinisi, consentiva di potere appaltare in tempi brevi l’opera. L’ATI (Assemblea Territoriale Idrica) di Palermo aveva già espresso parere favorevole al riguardo. Anche in questo caso Rolle non andò fino in fondo: ancora una volta un sindaco a Cinisi trovò il modo di bloccare tutto.
Passati alcuni anni, dal 2018 si è consolidata la proposta di portare i reflui di Cinisi e Terrasini per la depurazione presso l’impianto di Carini attraverso una condotta lunga circa 16 chilometri con tratti in salita (attraverso pompaggio) e tratti in discesa (a gravità). Il progetto proposto dall’organo Commissariale dopo una trafila di circa 6 anni ha avuto ad agosto 2024 attraverso una conferenza di servizi l’approvazione degli organi regionali: PAUR, Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale.
La soluzione del collettamento dei reflui di Cinisi e Terrasini nasce dalla circostanza che l’impianto di Carini realizzato per servire un bacino di utenza di circa 100.000 abitanti equivalenti, ad oggi ne serve circa 50.000 e quindi ha una potenzialità di depurazione non utilizzata. Può ricevere pertanto il carico dei circa 30.000 AE costituito da Terrasini e Cinisi, aeroporto compreso.
Ad ottobre 2025 in occasione della ennesima discussione/audizione contro il progetto sollecitata da alcuni gruppi politici e alcune associazioni di Carini e Capaci, riteniamo utile esprimere la posizione del Comitato per la tutela del Territorio di Terrasini:
• Il comune di Carini con le risorse rese disponibili dai finanziamenti previsti per la realizzazione dei depuratori di Cinisi e Terrasini avrà benefici attraverso la realizzazione di una rete fognaria di cui è sprovvista la parte bassa del paese.
• L’impianto attuale di Carini usufruirà di un revamping cioè un aggiornamento ed una ristrutturazione di macchinari e impianti esistenti per migliorarne le prestazioni, prolungarne il ciclo di vita e aumentarne l'efficienza.
• Lo stesso impianto di Carini verrà corredato di un condotta sottomarina per allontanare il refluo depurato al largo del golfo di Carini. Quella attualmente esistente è fatiscente e non assolve ai suoi compiti.
• Non comprendiamo le opposizioni al progetto dei comuni di Capaci e Isola che già utilizzano l’impianto di Carini e stanno dall’altra parte dello stesso golfo. Anche loro come il comune di Cinisi usufruiranno di misure di compensazione varie.
Considerato tutto ciò, il ritardo della procedura, l’avvicendamento di commissari, la pioggia di ricorsi, i dubbi ed i 22 anni trascorsi, Chiediamo al Commissario Fatuzzo ed al sub commissario Cordaro, a prescindere dalle decisioni finali su questa vicenda, di intervenire urgentemente stralciando dal progetto complessivo l’intervento di rifacimento della condotta sottomarina che sostituirà quella attuale (pennello a mare Maidduzza) di Terrasini. Questa realizzata come da programma, con diametro 630mm, lunghezza di circa 1000 mt e con adeguato diffusore salverà la costa dal disastro ambientale che stante così le cose, interesserà il nostro mare nei prossimi dieci anni.
Terrasini 26 ottobre 2025 - Comitato per la tutela del Territorio
