La scuola delle mamme: la campanella più attesa dell’anno


Il rientro a scuola è un trauma per studenti e studentesse, ma una sorta di liberazione per i genitori che hanno finalmente qualche ora di libertà. Ma è davvero così? Per l’inserto satirico Compà, Vanessa Leone ci racconta del periodo più atteso dalle mamme.


Scritto da Vanessa Leone

15 settembre 2025


I figli so' pezz'i core, si sa. Ma arrivati a fine agosto l'organo coinvolto nella relazione madre-figlio è poco sotto: il fegato.

Perché se il cuore della madre batte all'unisono con quello della propria prole, la bile che il suo corpo produce a fine estate la avvelena silenziosamente.

Finite le ferie, le giornate al mare, le festicciole, le esperienze di parchi acquatici e i laboratori estivi, la frase che echeggia tra persone che condividono la stessa sorte è solo una: non vedo l'ora che comincia 'sta scuola, e ci sistemiamo tutti!

Che poi lo sanno che sarà peggio, che inizierà una tabella di marcia quotidiana serratissima fatta essenzialmente di: svegliali, colazionali, preparali, accompagnali, riprendili, pranzali, seguili con i compiti, portali a calcetto/danza/basket/pallavolo/chitarra/ju-jistu/karate/piscina/inglese, riprendili, cenali, mettili a letto.

E il giorno dopo sarà lo stesso. Fino a giugno. Nel mezzo ci sono le vacanze di Natale, Pasqua e feste varie tanto agognate per potersi riposare.

Ma oggi, ora, le mamme vogliono solo una cosa: la scuola.

E già il back to school é terminato, perché libri, cancelleria, zaini, borracce, porta merenda, grembiule e scarpe chiuse sono pronti per il suono della campanella.

Ma quello che più conta è che la chat delle mamme si è magicamente riattivata. Riecco i buongiorno, i meme sulle maestre, le domande idiote, le risposte inutili, le foto a matula, i "io no" in fila che la metà bastano, gli appuntamenti per le colazioni tutte insieme, i giro pizza con i figli e i mariti, e gli aperitivi senza figli e senza mariti.

Parte tutto con un "bentrovate", solitamente ad opera della rappresentante di classe, e si riparte alla grande. Si comincia con amore a settembre, e a maggio, per un regalo non voluto all'unanimità per la maestra di sostegno, ci si odia reciprocamente.

Tranne nei sottogruppi, lì solo amore e frecciatine per le altre. Perché è ovvio che essere mamma e avere un figlio nella stessa classe non può fare di 20 esseri umani un vero gruppo. Per questo nasce il sottogruppo, che solitamente porta nomi trash e tristi tipo "the best of II A", "I miegghiu", "Le fiorelline" e altre espressioni tipiche di chi crea esclusione e predica ai figli che "i compagnetti sono tutti uguali".

E a questo punto è d'obbligo una riflessione serissima sulle nostre mamme, donne di un’altra generazione, che in un anno scolastico si vedevano due volte: al ricevimento e alla recita di fine anno. Si salutavano cordialmente, se non si conoscevano, e si facevano mezza festa se erano conoscenti. Fine.

Sto progresso ci è convenuto?

Ma soprattutto: mamme, siete davvero sicure di volere che inizi la scuola?!

Buon anno scolastico a tutte le studentesse e agli studenti di ogni ordine e grado, che hanno già cominciato o che cominceranno a breve.

E alle loro mamme, senza le quali la scuola non sarebbe la stessa.

Per i papà... Stay tuned!


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