Acque reflue di Cinisi e Terrasini, multa milionaria dall’Unione Europea

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha condannato l'Italia al pagamento di una somma forfettaria di 10 milioni di euro, oltre a una penalità di 13.687.500 euro per ogni semestre di ritardo nell'attuazione delle misure necessarie per conformarsi alla direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane. La sanzione si applicherà a partire da oggi e resterà in vigore fino alla completa esecuzione della sentenza emessa nel 2014.

Nel 2014 la Corte aveva stabilito che l'Italia non aveva dato piena attuazione alla direttiva comunitaria, in quanto in 41 agglomerati urbani le acque reflue non venivano correttamente raccolte né trattate prima dello scarico nell’ambiente.

Alla scadenza del termine indicato nella lettera di messa in mora, il 18 maggio 2018, l’Italia risultava ancora inadempiente per cinque agglomerati: Cinisi, Terrasini, Trappeto, Castellammare del Golfo I (in Sicilia) e Courmayeur (in Valle d’Aosta). Alla data dell’udienza davanti alla Corte di Giustizia dell’UE, il 13 novembre 2024, il numero di agglomerati non conformi si era ridotto a quattro. Tuttavia, i giudici di Lussemburgo hanno comunque condannato l’Italia, ritenendo ingiustificabili i ritardi accumulati nell’attuazione della direttiva.

Nel determinare l'entità della sanzione, la Corte ha tenuto conto della gravità dell'infrazione, della sua durata e della capacità finanziaria dello Stato italiano. In particolare, ha sottolineato che la mancata depurazione delle acque reflue rappresenta un danno ambientale significativo, con conseguenze particolarmente gravi per le aree sensibili in cui vengono scaricate.

È stata ritenuta eccessiva la durata dell'inadempienza: l'Italia è in ritardo di circa undici anni rispetto all'ordinanza del 2014. Pur riconoscendo la complessità e i tempi tecnici necessari per completare le infrastrutture di trattamento, la Corte ha ritenuto che il protrarsi dell’inadempienza giustificasse l’imposizione di sanzioni pecuniarie.

L'Italia dovrà ora accelerare gli interventi per evitare ulteriori penalità e garantire la piena conformità alla normativa comunitaria in materia di trattamento delle acque reflue.


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